Ferito a morte alla Mortera (Avigliana) il 6 aprile 1944.
Il gruppo che il 6 aprile 1944 cadde in un agguato tedesco nella frazione Mortera era formato da: Mario Neirotti di 28 anni, Mario Bogge di 25, i fratelli Augusto e Arduino Piol di 20 e 18, Emilio Lazzarotto di 19, Pierino Farca di 18, Sergio Bono di 16 e Meneghin; era parte di una banda partigiana quasi del tutto formata da giovani rivolesi.
Nata subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 per opporsi all’occupazione tedesca e alla risorta dittatura fascista, la banda si era dislocata nei dintorni di Valdellatorre. Guidata da Neirotti, contava su una trentina di uomini, tra cui Bogge, Lazzarotto e Meneghin, mentre Bono aveva contribuito ad armarla con alcuni fucili e mitragliatori recuperati in una caserma di Rivoli.
Furono sorpresi da una pattuglia di tedeschi in azione di rastrellamento nella frazione Mortera mentre si stavano riposando nel cortile di un’osteria, il gruppetto fu sorpreso da soldati tedeschi, allertati da una spia e provenienti dal presidio del Dinamitificio Nobel.
Neirotti, Bogge, Farca e Arduino Piol rimasero uccisi, così come la proprietaria dell’osteria, Agnese Cugno Maritano, uscita dal locale per mettere in salvo il nipotino.
Meneghin, ferito, fu invece catturato e condotto a Torino, ma scampò la morte grazie a uno scambio tra prigionieri. Augusto Piol, Lazzarotto (detto Fransa) e Bono, che pur colpito si nascose in un mucchio di letame, riuscirono infine a salvarsi fuggendo.
I partigiani della formazione "Carlo Carli" risposero a questa azione tedesca con una incursione a Valgioie dove vennero uccisi sei tedeschi.
La ribellione contro il nemico interno ed esterno, il coraggio di affrontare prove durissime guidati dalla voglia di libertà…. La Rivoli Partigiana è stata questo e molto altro; le nostre vie, le nostre case, le nostre piazze sono state testimoni del sacrificio di ragazzi giovanissimi che inseguivano un futuro libero dalla dittatura Nazifascista. Anche a Rivoli la Resistenza fu fame, freddo, sangue, paura per sé stessi e per le proprie famiglie, ma fu anche gioia, solidarietà e soprattutto consapevolezza di trovarsi dalla parte giusta. Molti furono i tragici avvenimenti nel nostro territorio riportati nei testi e tramandati di generazione in generazione, e sarebbe un autentico delitto scordare ciò che successe nella nostra Città.